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Il problema dell’interrimento dei bacini idroelettrici è diventato ormai un fenomeno diffuso e gli enti gestori trovano grandi difficoltà a mantenere funzionali le opere di scarico e di derivazione con le tradizionali metodologie di sfangamento, in quanto risultano essere costose e non convenienti dal punto di vista economico oppure non rispettano i vincoli ambientali citati nelle attuali normative vigenti.
Nel 2014 THETIS COSTRUZIONI s.r.l., su incarico di EDIPOWER s.p.a., ha eseguito un dragaggio di circa 30.000 mc di limo argilloso depositato ad una profondità massima di 50 m. Per l’aspirazione e la rimozione dei sedimenti è stata impiegata una pompa a immersione compensata DRAGFLOW HY 85/160 B dotata sia di disgregatori meccanici che di jet-ring. Il refluimento del materiale è avvenuto tramite tubazione in polipropilene PN10 da 300 mm con uno smaltimento continuo in fluitazione.
Le attività di scavo sono state supportate mediante un sistema di georeferenziazione capace di fornire in tempo reale informazioni plano-batimetriche sull’andamento dello scavo.
I rilievi batimetrici eseguiti mediante strumentazione «MULTIBEAM» hanno evidenziato che la tecnologia impiegata dalla THETIS COSTRUZIONI s.r.l. è stata efficace nello sfangamento puntuale delle aree di scarico e di presa situate ad una profondità di circa 50 m. L’ente gestore ha avuto il vantaggio di non interrompere la produzione di energia elettrica perché la quota dell’invaso è stata mantenuta ad un livello idrico idoneo per la gestione della centrale di Somplago.
Nell’estate del 2016, e precisamente nel periodo che va da fine giugno a inizio ottobre, Thetis Costruzioni S.r.l. ha eseguito, su commissione della Hydros S.r.l., i “lavori di rimozione dei sedimenti davanti all’imbocco degli scarichi di fondo della diga del Gioveretto”. Scopo prioritario del lavoro è stato quello di rimuovere il materiale presente su tutta la platea antistante gli imbocchi degli scarichi di fondo avente una lunghezza di circa 50,0 m ed una larghezza di circa 30,0 m che, a causa dell’idrodinamismo del lago, aveva subito un progressivo accumulo di sedimento, prevalentemente limoso, a ridosso delle due aperture di sicurezza.
La comparazione dei rilievi multibeam eseguiti prima e dopo i lavori hanno evidenziato un volume di materiale asportato di circa 8000 m³ rispetto ai 5000 m³ preventivati in fase progettuale con la conseguente pulizia degli scarichi di fondo.